Quante volte mi capita di leggere in un’offerta di lavoro e tra i requisiti del/la candidato/a ecco comparire la bella presenza. È vero che, alcuni lavori, richiedono un abbigliamento consono, a volte anche con divisa e severe regole comportamentali da seguire. Altri lavori, invece, necessitano di persone che siano gentili e cordiali (insomma, le basi dell’educazione umana, ma a quanto pare solo per me è una cosa scontata). Ma, tante aziende tendono a selezionare la “bella presenza” esclusivamente dall’aspetto fisico degli aspiranti lavoratori.
Una receptionist magra, alta e snella aiuta le persone a sentirsi più a loro agio? Un hostess con una barba lunga è meno educato di uno che non ce l’ha? Un’aspirante modella con qualche forma non merita di essere ingaggiata?
Mi fa molto arrabbiare e quasi dispiacere che ci sia ancora l’ideologia che, per svolgere determinate mansioni bisogna essere “fiki” e l’aspetto normale o mediocre, seppur perfettamente adatto nei modi e nell’atteggiamento, è out.
Esattamente chi stabilisce questi canoni di bellezza aziendali che solo una piccola élite figli della Venere di Botticelli è in grado di raggiungere? Ciò non vuol dire che chi ha un bell’aspetto possa valere meno di altri, ma si dovrebbero valutare i candidati su altri aspetti di “bella presenza” in base a quello che viene richiesto.
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